La Libia era una priorità assoluta per Ronald Reagan sin dal suo insediamento nel 1981. Gheddafi era decisamente anti-Israele ed aveva appoggiato gruppi estremisti nei territori palestinesi ed in Siria. Secondo alcune informative la Libia tentava di diventare una potenza nucleare e il fatto che Gheddafi avesse occupato il Ciad, ricco di uranio, destava enorme preoccupazione in America. Altrettanto allarmanti per gli USA erano l'allineamento di Gheddafi con l'Unione Sovietica e le sue ambizioni di creare in Nord Africa una federazione di stati arabi e musulmani.
Inoltre Gheddafi sosteneva pubblicamente associazioni terroristiche come l IRA e le brigate rosse.
L'attacco durò circa dodici minuti. Diciotto bombardieri F-111 coadiuvati da quattro aerei per la guerra elettronica (ECM) EF-111 partiti dal Regno Unito bombardarono l'aeroporto di Tripoli, un centro addestramento subacquei presso l'accademia navale e le caserme di Bab al-Azizia a Tripoli. Durante il bombardamento un F-111 americano venne abbattuto da un missile terra-aria (SAM) libico sul golfo della Sirte. Alcune bombe andarono fuori bersaglio, colpendo siti civili e diplomatici di Tripoli, in cui fu sfiorata la stessa ambasciata francese.
La Libia reagì lanciando due missili Scud contro la stazione di radionavigazione USCG di Lampedusa, che sorvolarono l'isola precipitando in mare.
L'attacco fu condannato da molti paesi. Con 79 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la risoluzione 41/38 che "condanna l'attacco militare perpetrato contro la Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista il 15 aprile 1986, che costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.".
alcuni F-111 in ricognizione
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