Microfoto di sezione di cervello di bovino affetto da BSE
La BSE si riteneva fosse una malattia specifica della specie bovina, finché non furono descritte, a partire dal 1990, nuove forme morbose analoghe nel gatto e in alcune specie di felidi e di ruminanti selvatici di giardini zoologici inglesi, alimentati con carni e mangimi con componenti di farine di carne ed ossa di ruminanti. Fin dal 1988 erano stati sollevati sospetti di un legame tra la BSE e la somministrazione di farine animali negli allevamenti bovini inglesi. Sospetti che nello stesso anno sfociarono nella messa al bando ufficale di questi prodotti dall’alimentazione dei ruminanti del Regno Unito, seguita da analoga decisione comunitaria dal 1994.
Nel Regno Unito si sono contati fino ad ora circa 190.000 casi di BSE: il picco si è riscontrato nel 1992 con oltre 37.000 nuovi casi, contro i poco più di mille del 2000. A luglio del 2001, nel resto della Comunità Europea sono stati diagnosticati circa 2000 casi di BSE. Attualmente si ritiene che la crisi sia stata innescata dal “riciclaggio” del prione attraverso l’utilizzo di carcasse di bovini affetti da BSE nella produzione di farine di carne ed ossa destinate all’alimentazione animale.
per saperne di più:
http://www.centerforfoodsafety.org/issues/1040/mad-cow-disease/timeline-mad-cow-disease-outbreaks
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